Ebbene sì, chi ha la passione della
fotografia spende anche “qualcosa” per alimentarla. Immagino (mi
piace farlo) che molti si siano avvicinati a questo mondo parallelo
con una macchina già presente in casa: ha un non so che di
romantico. La mia prima reflex è stata infatti una Zenit che
dimorava da anni nella sua custodia sovietica a pochi metri da me.
Chiusa la parentesi amarcord mi domandavo: da dove spuntano fuori
tutte queste reflex che si vedono in giro?
Immagino che la fetta grossa delle
entry level provengano dalle offerte volantino dei famosi noti, ma
dopo? Mi pongo l'interrogativo perché, girando per i corridoi dei
suddetti, mi capita spesso di notare che a fronte di un gran numero
di kit di base, restano poche altre sorelle maggiori (lì nelle
vetrine illuminate) con prezzi un po' altini. Quindi, dopo
“l'iniziazione” della grande catena, cosa succede? Chi prosegue
nella “scalata” meno amatoriale, probabilmente, inizia a
frequentare il negozio specializzato: più piccolo (del grande
magazzino) ma così pieno di materiale al punto da farti sentire come
un bimbo nel paese dei balocchi.
Il prezzo qui diventa competitivo con quello delle vetrinette prima citate e, magia delle magie, (per i più fortunati) troviamo lo spacciatore di materiale fotografico: colui il quale “lotta” contro i titani internazionali con un'arma innata, il cuore!
Il prezzo qui diventa competitivo con quello delle vetrinette prima citate e, magia delle magie, (per i più fortunati) troviamo lo spacciatore di materiale fotografico: colui il quale “lotta” contro i titani internazionali con un'arma innata, il cuore!
Oggi la mia vena è più romantica che
materialistica.
Ma come le più belle storie d'amore la
lacrima è pronta in agguato lì dietro l'angolo.
Questa lacrima si chiama e-commerce!
E ora le crisi d'amore: tradisco il
gladiatore mentre lotta contro colossi della distribuzione, tasse,
creditori, banche per un asettico magazzino che mi offre un prezzo
vantaggioso e nulla di più?
(E' vero che anche lì c'è un cuore
che batte e combatte, ma ciò che non vedo non mi ferisce!).
Mi piace pensare, in conclusione, che
se si affronta (soprattutto) una spesa considerevole vogliamo
guardare negli occhi colui il quale ci consegna, da mano in mano, la
nostra spada: sarà una cerimonia a tutti gli effetti.
E lui, se è il gladiatore che abbiamo
immaginato, non ci vende una macchina fotografica, ma, con un cuore
che pulsa, compie un gesto che definire scambio economico commerciale
è fin troppo riduttivo.
A presto!
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